Natale con la testa fra le nuvole

Di Giulia Loglio

Siamo famosi nel mondo per la nostra creatività, perché in quanto a fantasia non ci batte nessuno. Tendiamo però a dimenticare che non sempre essere fantasiosi è un valore aggiunto. Ad esempio non lo è quando si tratta di legiferare.

Dieci mesi di pandemia ci hanno abituato ad aspettarci di tutto da un Governo che non brilla certo per lungimiranza. Dopo esserci confrontati con i “congiunti”, compilato vari modelli di autodichiarazione, rinunciato al teatro per affollare i negozi, pensavano che gli effetti speciali del brutto film di fantascienza in cui viviamo fossero finiti, invece il colpo di scena di fine anno è riuscito a stupirci ancora.

Il Governo aveva varato un provvedimento che avrebbe dovuto traghettarci in sicurezza nel 2021, poi deve aver pensato che mancasse un “tocco fantasioso alle regole” e si è impegnato, lavorando alacremente, per sorprenderci ancora una volta.

Come in un thriller hanno cominciato a circolare notizie di ogni genere. I giornali adorano seminare panico e ci riescono sempre molto bene ipotizzando inquietanti blindature, limitazioni, serrate generali. Poi finalmente, con il pathos che da sempre lo contraddistingue, il nostro premier ha fatto il suo annuncio illustrando le regole di fine anno….e noi siamo passati dal thriller al film d’assai, quelli scadenti in cui arrivi alla fine e non ci hai capito un tubo. È iniziata così l’attesa di poter leggere, nero su bianco, le regole di comportamento che, da cittadini responsabili e attenti, dovremo seguire dal 24 dicembre fino al 7 gennaio. Leggendo la Gazzetta Ufficiale ci siamo resi conto di essere stati catapultati in un cinepanettone. Dal 24 dicembre tutta Italia sarà zona rossa con una manciata di giorni di color arancione buttati a caso. Quindi tutti a casa? Si….ma non necessariamente la nostra!

Ammetto che ci ho messo un po’ a comprendere le norme, soprattutto perché non riuscivo a credere ai miei occhi. Se il senso di varare nuove regole doveva essere garantire più distanziamento e più sicurezza di fatto il decreto fa il contrario, penalizzando ancora pesantemente molte categorie di lavoratori e, tanto per cambiare, le attività all’aria aperta . Il nuovo decreto ci toglierà la possibilità di una passeggiata in natura, una gita al mare, una camminata in un borgo o un sito archeologico all’aperto (ancora chiusi, non sia mai che ci si dedichi alla cultura! ). Tutte attività che farebbero bene a corpo e mente e che possono essere svolte in totale sicurezza. La chiusura dei locali ci toglierà anche il piacere di un caffè al bar o un pranzo al ristorante, luoghi dove il distanziamento è garantito da regole e controlli. Però ci consentirà di andare a trovare amici e parenti in tutta la nostra regione e, visto che non potremo stare all’aperto o in un locale, chi vorrà incontrarsi dovrà necessariamente farlo in casa. Inoltre, con il perdurare dell’assurdo provvedimento che chiuse musei, cinema e teatri, perdura anche il fastidioso coprifuoco, quindi se andrete a casa di amici vi raccomando di controllare l’orologio o vi toccherà restare a dormire.

Personalmente sono contenta che ci sia la possibilità di passare a salutare un amico o un parente, attività che è consentita con alcune regole anch’esse parecchio fantasiose.

Ciò che mi sconvolge è l’inquietante perseveranza del Governo nell’applicare regole confuse, che limitano le libertà personali e vietano il lavoro senza alcuna logica di sicurezza o reale lotta alla diffusione del contagio. Mi auguro che, nonostante la schizofrenia dei decreti che ci vengono imposti, vinca il buon senso e la capacità delle persone di incontrarsi ricordandosi che il virus esiste e che combatterlo è possibile se si seguono alcune semplici regole. Noi sardi siamo fortunati, viviamo in un territorio splendido dove distanziarsi è facilissimo : sfruttiamo questo dono. Stare all’aria aperta ci rigenera, incontrare chi amiamo ci fa bene, mangiare i prodotti nel territorio aiuta l’economia locale. Usiamo il buon senso noi che ne siamo capaci, chissà che il buon esempio ci aiuti a diffondere buone e semplici abitudini. Se ci impegnamo un po’ potrà essere un buon Natale anche se sicuramente assai strano. Mai come ora “pochi ma buoni” sarà la carta vincente per non lasciare sole le persone più indifese e bisognose di affetto. Abituiamoci a pensare al nostro futuro, a costruirlo con pazienza perché è ormai evidente che nessuno lo farà per noi.

Auguro a tutti di riuscire a chiudere questo 2020 con un po’ di leggerezza. Regaliamo sorrisi e forse qualcosa inizierà a cambiare.

“la foto è mia e non è stata ritoccata, anche la natura a volte è fantasiosa! “

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