Al quartiere di Villanova succedono cose

Di Maria Antonietta Marras Mam (02/05/2017)

Dalle finestre e dalle porte socchiuse di Villanova passa sempre una forte corrente d’aria. Come se il mondo, dall’altra parte della casa, soffiasse con impeto e forza tali da scardinare le imposte di legno. 

Anche quando l’asfalto è rovente, mentre i piccioni storditi dall’afa beccano pigri non si sa bene cosa, un refolo, una nube portano sollievo e tregua.

A Villanova il tempo è un’illusione. Non procede in avanti ma esiste se evocato, poiché serve a dare un senso alle cose che accadono. Se accadono. Perché anche questo, in fondo, non ha importanza. E a Villanova più del tempo possono gli odori: sughi di pomodoro fresco, incensi indiani, solventi dei falegnami, tufo e calcare che sanno di umido e acqua Velva dell’ultimo barbiere.

A Villanova i muri non esistono, ma quando le sue strade ti stringono, il mondo fuori è lontano e non esiste già più. Esistono però colori, balconi macchiati di fiori, muri scrostati che narrano di santi quotidiani che ognuno può scegliere di vedere, se davvero lo vuole. Esistono manciate di bellezza semplice, avanzi di cielo tra i tetti se ti prendi la briga di camminare col naso all’insù, botteghe come presepi e mani di donne che tendono tele sui fili del bucato, piccole vele che raccontano a colori la vita quotidiana. Ecco perché restano aperte le porte e le finestre a Villanova: soffiano aria sul viso dei passanti per svegliarli dall’incanto.

Foto di Andrea Milano per Facendo Cose a Cagliari

https://instagram.com/andreamilanoweb?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
WhatsApp

Una risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

On Key

Articoli correlati