“Il rap è un continuo confronto tra pensieri e foglio bianco”

Intervistiamo oggi un giovane rapper cagliaritano, Paolo Nuti, che da ben 8 anni coltiva la passione per le metriche. 19 anni studia Tossicologia all’università di Cagliari. Il suo primo testo registrato “con qualità microfono webcam”, ricorda, risale almeno al 2006.

– Un percorso che arriva da lontano, come mai tutto è iniziato?

Ovviamente erano tempi in cui non mi sarei immaginato che la musica e tutto ciò che ne concerne avrebbero preso così tanta importanza nella mia vita. Erano gli anni nei quali internet come lo conosciamo oggi stava prendendo il sopravvento,la gente caricava i propri pezzi su myspace (che era dotato di un piccolo player) ,ma la maggior parte di questi erano ragazzi che facevano freestyle in strada con basi e casse di fortuna,facebook non esisteva o perlomeno non era presente come potrebbe esserlo oggi,come del resto i video,ai quali oggi ricorrono tutti,erano cosa per pochi.

– Qualche ricordo particolare di quei tempi?

Nel 2007 iniziai a uscire con gente che amava riunirsi prevalentemente in piazze per cantare (mettevamo i beat dai cellulari o da casse improvvisate,qualcuno aveva anche gli stereo a batterie), si stava creando un movimento di freestyle che come lo conobbi io durò un paio di anni. Vorrei sottolineare che avevamo veramente tantissima passione come chi ancora oggi frequento si ricorderà,insomma non importava il posto, i bpm del beat, pubblico o meno, noi rappavamo tutti i giorni tutto il giorno. Entrai a far parte di una crew, essendo molto giovani facevamo abbastanza scalpore,cosa che ci permetteva di suonare nei finesettimana in alcuni locali o eventi pubblici.

– Poi arrivò il passo importante, lo studio…

Esatto, proprio quello studio dal quale ti scrivo in questo momento,e lo chiamai Street Lab (poi spiegherò la ragione),localizzato esattamente nella mansarda dove mio padre e mio zio negli anni 80 si riunivano con i loro amici per dedicarsi ai loro hobby. Questo studio è la colonna portante della mia musica,diciamo che ho la fortuna che questi muri rimangano zitti per il resto del tempo. Registrammo due dischi con strumentazione di fortuna,era il 2008-2009. Devo dire che i dischi piacquero abbastanza tra chi ci ascoltava. Scioltasi questa crew iniziale per divergenze dei membri attivi, al termine del 2009 con il mio socio Sanguini fondammo la 23’z,il nostro attuale gruppo e del quale portiamo il logo tatuato sulla gamba (io destra lui sinistra), per il grande valore simbolico che ha per noi e per la nostra amicizia. È dal 2010 che lavoriamo attivamente ai nostri progetti, lo stesso anno registrammo e mixammo un disco con Caddish (che trovate sulla sua pagina web).

Nel corso del tempo abbiamo sia ingrandito che modificato lo studio per ottenere più qualità e comfort,questo ha permesso la produzione del pezzo dell’omonimo video “Nuovo” che potete trovare su youtube.Nel maggio di quest’anno è uscito il nostro ultimo lavoro The Alcoholic Dream,chiamato cosi a memoria della miriade di imprese compiute da me e dal mio socio nel corso del tempo,23 tracce di cui quasi la metà prodotte da Kbeat’z (membro attivo dello studio che da il nome a un’etichetta indipendente chiamata Street Lab Productions che mira a produrre noi e i nostri amici) e Plinius (membro del gruppo Bong Rapists e anch’egli collaboratore attivo ai nostri progetti),con la partecipazione di Pakos (membro del gruppo 8 Sunday) e di Rik Rox che collaboro alla traccia “king size” con una sua produzione.

– Attualmente come stai lavorando?

Le ultime modifiche allo studio sono state fatte recentemente, questo mi sta permettendo di registrare e mixare il mio ultimo progetto,il primo da solista della mia vita, chiamato “Tempesta” a descrizione del “casino” che mi porto in testa e che vede sfogo in appunto 9 tracce tutte originali prodotte dai suddetti Plinius,Pakos e kbeat’z ,di matrice seriamente life e di argomentazione basata sostanzialmente su ciò che può pensare un 19enne calato nel 2013 della nostra società,di varie situazioni che viviamo io e chi mi sta vicino,sicuramente il disco vedrà luce prima di Natale con allegati alcuni video.

– cosa rappresenta il rap per te?

Questa non è sicuramente una domanda di facile risposta,ma cercherò di essere il più chiaro possibile.
Ritengo che tutte le forme d’arte,abbiano il ruolo fondamentale di comunicare,forse la domanda è comunicare cosa?
Sicuramente comunicare se stessi di base,e di conseguenza tutto ciò che ci compone,la propria vita; Forse non c’è nessun tipo di contenuto privilegiato da questo punto di vista, ma  è semplicemente l’artista che sa cosa e come vuole rappresentare il suo prodotto,ha le proprie priorità o la necessità di parlare e di evidenziare determinati aspetti che magari gli premono di più.
Perciò si potrebbe dire che il rap per me rappresenti una forma d’arte, scrivere e raccontare le storie,le situazioni e le persone che fanno parte di ogni giorno è fondato proprio sul fattore comunicazione di cui ho parlato prima, ed è fondamentalmente un rapporto faccia a faccia con se stessi,prima che con gli altri. Una sorta di continuo confronto aperto tra pensieri e foglio bianco.

– hai associato alla musica altre forme d’arte?
Per chi non lo sapesse RAP è la sigla di rhytm and poetry,cioè ritmo e poesia.
Quindi si,posso dire di aver associato alla musica una forma di poesia contemporanea contestualizzata di volta in volta.

– come ti “poni” di fronte alla scena cagliaritana e nazionale?
Non ho un vero e proprio modo di pormi,la scena cagliaritana d’altronde è semplicemente una parola per raggruppare tutte le persone che fanno più o meno lo stesso genere qui,non c’è una vera scena e la maggior parte dei “rapper” della città si odiano e invidiano vicendevolmente e questo ovviamente ha un effetto enormemente controproduttivo sia sulla diffusione dei pezzi perché nessuno supporta nessuno,a prescindere dal merito o dallo spessore delle persone,sia sulla creazione di una vera scena cagliaritana o meglio dire sarda (non fraintendetemi non sto proclamando peace & love), dico solo che se la gente si svegliasse un pochino si renderebbe conto che il suo culo poggia su una miniera d’oro e che se fossimo realmente uniti potremmo valicare i confini (ideali e fisici) che ci separano dagli “altri”,ma questo fa parte del modo di pensare sardo,che nostro malgrado si riflette anche in altre opere molto più importanti e incombenti (praticamente chi ha orecchie per intendere… udda!). Della scena Italiana non parliamone proprio,perlomeno quella che può essere definita “mainstream” è robaccia plasmata da studi di marketing (costati oltretutto milioni) che dimostrano che da noi va di più la musica leggera dell’ultrasettantenne di un gruppo di ragazzi che fa rap, risultato: musica scadente e canonizzata, scena inesistente, persone fesse e contente. La scena nazionale che non va su mtv (per dirla in breve) è invece piena di gente che ha voglia di fare, a prescindere da come li ritenga o meno, il reale problema è quello sopracitato, siamo nel Belpaese.

– quali sono gli artisti che ti hanno ispirato in questi anni in maniera significativa?
Ho ascoltato e ascolto tantissima musica e di generi abbastanza diversi. Quello che forse ha influito di più è rappresentato da tutta la West Coast americana che ascolto da quand’ero veramente minuscolo, anche se di americano ascolto praticamente qualsiasi cosa che ritengo meriti. Adesso in giro per il mondo è pieno di produttori veramente forti che stanno sperimentando di brutto e che apprezzo molto,anche perchè spesso è un genere che si accompagna con un lavoro di ottima qualità e che quindi fa piacere sentire. E poi ovviamente ci sono una miriade di pezzi made in Cagliari e dintorni che mi hanno ispirato di brutto,anche per il fatto che spesso e volentieri erano stati fatti da miei amici.

– su cosa si basano i tuoi testi?
Non c’è una tematica fissa,l’ispirazione è paragonabile al “sublime” letterario,è un qualcosa che ti colpisce in un milionesimo di secondo ma che crea un’idea che permane.
I miei testi quindi sono frutto del momento,del mio umore e del periodo che sto vivendo. Ho descritto scene mie e dei miei amici aggrappati al bancone di qualche locale in condizioni precarie come ho parlato della visione che ho della società,di ragazze o di qualsiasi altra cosa mi andasse di scrivere in quel momento. Ho tematiche che spaziano molto perchè lascio che siano gli eventi a scegliere me e non il contrario.

– quanto contano la base e il testo, in un pezzo?
E’ molto soggettivo,solitamente una delle cose più inutili che vengono dette sulle canzoni rap è : <<bellina la base!>> (ma l’avrà capito il testo? domanda che insorge) in realtà aldilà di queste opinioni discutibili penso che beat e testo compartecipino costantemente,ci sono momenti in cui uno dei due prevale sull’altro,ma è un rapporto costante. Il beat ha un perchè in relazione al testo,il testo ha il suo perchè in relazione al beat.

– come è possibile sentire le tue produzioni?
I miei pezzi sono disponibili sul web, principalmente su youtube c’è il disco che abbiamo fatto uscire a maggio di quest’anno, basta visitare la pagina del canale della Street Lab Productions : www.youtube.com/streetlabofficial dove oltretutto è presente il link per scaricarlo gratuitamente. Oppure scrivendo su google 23’z Cagliari o Mafia Muff si dovrebbero trovare un bel po’ di pezzi che abbiamo fatto uscire nel corso degli anni,su Facebook inoltre è presente la pagina Street Lab Productions : www.facebook.com/streetlabproductions che aggiorniamo abbastanza costantemente e sulla quale facciamo uscire video e pezzi. Fra poco uscirà il mio primo disco da solista sul quale sto lavorando da qualche mese, e ovviamente sarà disponibile in queste pagine per essere scaricato,si chiama “Tempesta” e contiene 9 tracce prodotte da Pakos,Plinius e K beat’z.

Tixi

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