Devi affrontare un colloquio di lavoro? Ti aiutiamo noi!

Proviamo a dare dei consigli per chi decide di lanciarsi nel mondo del lavoro. Ecco cosa scrive il nostro Antonio Agabio.
È impossibile avvicinarsi alle tematiche di interesse ai giovani senza provarne a capire i problemi e a immedesimarsi nelle situazioni in cui tutti noi ci troviamo quotidianamente, da quelle più dolci a quelle più complicate.
Nell’ottica di fornire un servizio utile a chi passerà i prossimi minuti a leggere il pezzo, vi darò qualche dritta su come comportarsi durante un colloquio di lavoro.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crisi professionale che non si vedeva dal secondo dopoguerra in Italia, facendo segnare i picchi massimi nei tassi di disoccupazione giovanile, in particolar modo in Sardegna. I neolaureati (per non parlare dei diplomati che intendono non proseguire gli studi) hanno grossi problemi a trovare lavoro, e uno su tre, nonostante grandi sforzi che da laureando in scienze politiche posso immaginare perfettamente, rimane statisticamente inoccupato, con tutte le conseguenze materiali e psicologiche che questo può comportare.
A differenza della maggiorparte dei miei colleghi, durante i miei primi anni di studi universitari ho avuto la possibilità di lavorare, precisamente nell’ambito della formazione professionale e dei servizi integrati.
Tale opportunità mi ha permesso di apprendere alcuni trucchi del mestiere riservati a coloro che durante un’intervista di lavoro si trovano dall’altra parte della barricata, ossia alla ricerca di risorse umane; per questo motivo ho voluto dedicare agli amici di sciradì un vademecum all’approccio di un colloquio di lavoro.
Il primo consiglio, nonostante possa per molti sembrare scontato, riguarda la presentazione estetica all’intervista: siate ordinati, sia per quanto riguarda il corpo (barba e capelli in ordine), che per come siete vestiti. Quest’ultimo passaggio assume ulteriore importanza nel momento in cui voi vi steste applicando per un posto in un negozio d’abbigliamento, magari di rapporto col pubblico, come commessi o cassieri ad esempio. Ciò ha una notevole rilevanza perché per i responsabili alle risorse umane la cura della propria immagine viene immediatamente paragonata alla cura dell’impiego; se foste nella loro situazione, affidereste l’ordine dei vostri scaffali d’esposizione a un ragazzo che non tiene in ordine nemmeno le proprie basette? Probabilmente no.
Il secondo punto è uno dei più importanti. Evitate in ogni momento dell’intervista di dire o di dare al vostro esaminatore l’idea che il lavoro per cui state facendo domanda è uno dei tanti. Non presentatevi mai con in braccio cartelle piene di curricola, gli esaminatori sono molto gelosi: preferiscono sempre dare più spazi (e chiudere un occhio su errori pratici apparentemente più gravi) a un giovane che sembra veramente interessato a quel lavoro come prima (e possibilimente unica) scelta, piuttosto che ad un altro che ha scritto in faccia che quel colloquio è frutto di una serie di rifiuti a precedenti tentativi e che molto probabilmente una volta finita la discussione si presenterà al negozio di fronte con i medesimi interessi.
Una volta chiarita la parte della presentazione ci si avvicina al corpo dell’intervista. Vi verrà sicuramente chiesto quali siano le vostre aspettative e i vostri sogni professionali. Fatevi furbi: chi lavora in un’azienda in un ruolo così particolare come quello di responsabile alle risorse umane è stato scelto perché puntava al bene dell’azienda stessa, a questa domanda voi dovrete semplicemente rispondere dicendo che il vostro obiettivo principale (non preoccupatevi di sembrare megalomani, più vedono che avete ambizioni più saranno lieti di accogliervi) è raggiungere i ruoli più importanti all’interno della categoria lavorativa per cui vi state applicando (esempio. se vi trovaste a fare richiesta per un lavoro di cameriere in un bar, un’ottima risposta sarebbe dire che il vostro sogno è diventare amministratore unico di una delle catene alimentari più potenti del mondo).
Ricordandovi, se fosse necessario, di non dire MAI che state cercando un lavoro per fare qualche soldo durante gli studi (è come se ci steste provando con una ragazza carina dicendole che volete stare con lei per ingelosire il vostro vero amore), vi lascio il consiglio più importante in assoluto: Nell’ottica professionale, le vostre necessità e le vostre soddisfazioni corrispondono totalmente a quelle dell’azienda per cui lavorate, a prescindere del ruolo che si svolge e da chi vi firma la busta paga; se l’azienda va bene voi siete felici, e viceversa se le cose dovessero andare male, nonostante la prima reazione sia quella di trovare un modo per invertire l’eventuale trend negativo.
Non parlate del compenso, lo farà il datore di lavoro per primo e se dovesse sembrarvi inadeguato sentitevi liberi di farlo notare subito, sottolineate il vostro interesse ai doveri, dimostratevi disponibili (per quanto possibile) in termini di tempo, non accennate il discorso ferie/pause, come per i soldi sarà l’azienda a fare il primo passo in merito e soprattutto mostrate sempre un bel sorriso! Siate entusiasti di avere la possibilità di avere quel lavoro, loro sanno che più un dipendente è contento, meglio rende.
Il resto dipende da voi, se tutto ciò verrà seguito, sappiate che partirete sette o otto scalini più in alto di qualsiasi altro che abbia fatto richiesta per quell’impiego.
Aspettiamo ovviamente commenti per sapere di eventuali colloqui, sperando che tutto ciò sia servito a portare un sorriso a tanti ragazzi sempre più disillusi da un sistema che a volte sembra ci stia totalmente dimenticando.
Antonio Agabio

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