La OSTAR, regata oceanica in solitario è roba da duri e Andrea Mura è un duro. In partenza una marea di problemi, in primis una collisione con un concorrente, un errore di rotta, una burrasca e un’avaria.Nonostante le vicissitudini iniziali che lo hanno catapultato dalla testa della corsa all’ultima posizione, Andrea Mura, skipper cagliaritano a bordo di “Vento di Sardegna” , non si è dato per vinto. In pochi giorni ha compiuto la sua “remuntada” (come la chiama lui) ed è tornato al comando della flotta dei monoscafi. Davanti a lui solo il trimarano “Branec IV”. I concorrenti si trovano ora in mezzo all’Atlantico, sottoposti già da 4 giorni a condizioni climatiche molto dure, con basse temperature, onde enormi e privazione del sonno (non hanno nessuno con cui alternarsi alla condotta della barca), condizioni che dovranno affrontare per altri 3700 km, fino a giungere a New York. Per il velista cagliaritano, questa è la quarta regata oceanica, dopo i successi alla Route du Rhum, nel 2010, alla Twostar e alla Transat Quebec-Saint Maló nel 2012. La OSTAR, fin dalla prima edizione, ha attirato i migliori velisti del mondo che mettono alla prova se stessi, regatando in Nord Atlantico in un periodo in cui le condizioni meteo sono variabili e complicate, affrontando Iceberg e burrasche.
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Giò Fara