Si torna a casa (speriamo presto)

Sono passati ormai cinque mesi dall’ultima partita disputata dal Cagliari in Sardegna. L’impianto era Is Arenas, la partita Cagliari Fiorentina, finita 2 a 1 per i sardi che, a fine gara, andarono ad “abbracciare” i loro tifosi che si trovavano fuori dai cancelli dello stadio. Tifosi che avevano incitato la squadra per tutta la partita senza mai fermarsi. Quelle scene, quelle foto, quegli abbracci hanno commosso un pò tutti, perché non è possibile, non è ammissibile che delle persone non possano andare a vedere, nello stadio della loro città, la loro squadra del cuore. Ma oggi abbiamo quasi la sicurezza che il Cagliari tornerà a fine settembre a giocare le partite casalinghe in terra sarda, al Sant’Elia.

Ieri la conferenza dei servizi ha approvato il piano dei lavori che si dovranno svolgere per ristrutturare il vecchio impianto. Serve però l’ok della giunta comunale e una volta dato il via libera partiranno i lavori. L’obbiettivo è quello di far disputare la partita Cagliari-Sampdoria in programma per il 21 settembre in un Sant’Elia a capienza ridotta (si parla di un massimo di 4800 spettatori). Ma è più probabile che i tifosi potranno accedere solo domenica 29, quando il Cagliari ospiterà l’Inter di Mazzarri che è apparsa in gran forma nelle prime giornate di campionato. In città in molti sono in fermento per il ritorno a “casa” della squadra guidata da Lopez. Insomma, c’é grande entusiasmo. Tanti si aspettano grandi cose da questo Cagliari e alcuni, addirittura,  paragonano la squadra a quella di Bruno Giorgi che arrivò, nel lontano ’94, in semifinale di coppa Uefa, eliminata solo dall’Inter di Fontolan.

I giocatori ci sono e l’Europa a Cagliari manca da ormai 18 anni. Le mancate cessioni di Astori e Nainggolan confermano che il presidente Cellino crede davvero ad un progetto serio. I tifosi hanno sofferto troppo in questi ultimi due anni. Non privateli della possibilità di sognare. Questa squadra ha le potenzialità per fare grandi cose.

Andrea A. Matacena

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