Se il baseball lo giocano i non vedenti

Lo sapevate che il gioco del Baseball è adattato ai giocatori ciechi e ipovedenti? Siamo ormai vicini alla celebrazione del ventesimo anniversario (ottobre 1994), ricordando in particolare colui che ha dedicato due anni di studio ai particolari, all’adattamento del gioco, il suo ideatore, Alfredo Meli.

In questo gioco le squadre sono miste, composte da uomini e donne. Per creare uno stato di parità, tutti i giocatori indossano una mascherina per togliere ogni eventuale residuo di vista che per ognuno è differente,e per colmare il disagio visivo, la palla utilizzata ha al suo interno dei sonagli che permettono di localizzarla quando è in movimento. Per adattarlo ai giocatori non vedenti è stato eliminato il ruolo del lanciatore, il battitore tiene lui la palla, la lascia cadere verso il basso e prima che tocchi terra la colpisce al volo, impugnando la mazza verso il basso.

Per quanto riguarda i corridori, dopo aver battuto corrono direttamente in seconda base, aggirando la prima sotto il cui cuscinetto è riposto un emettitore di suoni, ragion per cui viene chiamata “Base Sonora”. Arrivato in seconda base, l’attaccante non arriverà nel punto in cui si trova il difensore, ma, per motivi di sicurezza, 3,96 m prima, dove troverà un suggeritore sonoro ad indicagli il punto esatto della base battendo delle palette. Se il corridore è salvo, il suggeritore sonoro indirizzerà il giocatore salvo in seconda, verso la terza. Il tutto si ripete dalla terza base verso la casa base.

Tutti gli attaccanti sono non vedenti, mentre per quanto riguarda i 6 difensori ( a differenza dei 9 nel baseball classico), troveremo invece 1 giocatore vedente e 5 giocatori non vedenti. I difensori sono distribuiti in questo modo: 1 difensore (vedente) in seconda e gli altri 5 (non vedenti) nei seguenti ruoli: terza base, interbase, esterno sinistro, esterno centro ed esterno destro. Come limitazione ci sarà principalmente che il giocatore in seconda base vedente non può parlare sin quando uno degli altri 5 difensori ha trovato la palla, a quel punto potrà solo farsi localizzare chiamando la palla dicendo “due-due-due” fino al ricevimento della pallina, niente di più. A quel punto, se i corridori in corsa verso la base successiva sono arrivati prima che il seconda base vedente abbia ricevuto la palla e toccato il cuscinetto, saranno salvi, altrimenti out. Eliminati.

Per il resto la partita si svolge come nel baseball classico, si cambia ogni tre giocatori attaccanti eliminati. Condizione essenziale di gioco è il SILENZIO, infatti, se un aereo o qualcosa di molto rumoroso si accinge a passare vicino al campo di gioco e crea interferenza, il gioco viene momentaneamente sospeso fino al ritrovato silenzio. Apparentemente i giocatori non sembrano non vedenti, il gioco risulta fluido e altamente professionale a differenza di altri sport adattati ai ciechi, dove non sembrano spiccare i loro sensi altamente sviluppati.

Il 9 marzo 2014, i “Tigers” sardi, guidati da Gianguido Marzi e Mario Trogu, hanno disputato in casa a Cagliari la prima di campionato di serie A, affrontando i “Patrini Malnate” Varesini. Come inizio non c’è male, vincono partita di andata e ritorno.  La compagine avversaria, che l’anno scorso ha concluso il campionato terza in classifica, si è difesa bene, ma niente ha potuto contro la grinta dei Tigrotti pronti a farsi valere quest’anno, con la voglia di portare avanti l’orgoglio Sardo. Dopo la partita, le compagini hanno pranzato insieme per brindare al campionato appena iniziato, augurandosi buona fortuna davanti ad un piatto di malloredusu.

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Foto di gruppo dopo la partita

Approfittando di questo momento conviviale abbiamo intervistato una delle new entry di quest’anno, Manuela Calamida.

<<Manu come sei arrivata ad entrare in una squadra di baseball per ciechi?>>

<<Ho incominciato a giocare a Baseball e poi a Softball da quando avevo 9 anni, fino ai 14 circa. In seguito mi sono dedicata ad altri sport, e due mesi fa ho incontrato Sandra Gallus, la responsabile Baseball dei Tigers, che mi ha proposto di fare la seconda base vedente, ed eccomi qua>>

<<Come ci si sente a essere gli occhi di questa squadra?>>

<<In realtà, più che gli occhi mi sento la voce di questa squadra. Loro sono davvero bravissimi, e colmano la mancanza della vista con gli altri sensi, mi sento di dare soltanto una piccola mano, se abbiamo vinto entrambe le partite è stato merito loro>>

<<Raccontaci un po’ del gruppo, siete molto affiatati? Ti senti già parte dei Tigers?>>

<<Dal primo giorno mi sono sentita in una grande famiglia, ci sono giocatori davvero di tutte le età ma questo non è mai stato un ostacolo e si vede, c’è un bel clima sotto tutti i punti di vista. Tra compagni di squadra si è come fratelli, ci si aiuta a vicenda per qualsiasi cosa>>

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Tigers AIBXC (Associazione italiana baseball giocata da ciechi)

Ringrazio i Tigers per l’ospitalità e le emozioni trasmesse e sempre FORZA TIGERS!!!

Maura M. Pani

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