Pierluigi Lai di Logus Mondi Interattivi e l’era di GutenBezos,

“L’uomo vuole, in generale, vivere nella sicurezza e in uno stato di equilibrio. L’innovazione impone all’uomo un cambiamento ed è questo che non piace. Deve faticare. Ma senza innovazione il mondo non cresce, non va avanti”

Così afferma proprio Luigi Lai. L’innovazione non è solo quella delle app o quella dei progetti di alta ingegneria, oggi con gli strumenti che abbiamo a disposizione si può fare innovazione anche nel campo della cultura.

Dall’incontro di persone che condividono un modo di pensare e di lavorare assieme, dall’incrocio di svariate competenze e dal convergere delle sinergie nell’innovazione tecnologica e nell’ICT è nata la casa editrice Logus .

“Siamo nell’era di GutenBezos” racconta PierLuigi, direttore editoriale di Logus, che ha coniato questo concetto, “è in questa parola che si può riassumere la rivoluzione che il libro digitale sta portando nel mondo. Così come Gutenberg ha rivoluzionato il mondo del libro con la stampa a caratteri mobili, allo stesso modo, ma a livello planetario Jeff Bezos (che ci piacia o meno), sta rivoluzionando il mondo con il libro digitale. Ecco da dove viene la parola GutenBezos: da Gutenberg e da Bezos.”

La stranezza della filiera del libro” continua Pierluigi “sta nel numero di libri che vengono resi al distributore: è enorme. Il “reso” infatti si aggira intorno al 50% della tiratura, ovvero su 4000 copie stampate, 2000 tornano all’editore che per un certo periodo le metterà a magazzino, alimenterà in una piccola misura il mercato dei libri a metà prezzo (o simili) e la maggior parte di questi, al fine di non determinare ulteriori costi di magazzino, finirà al macero. In pratica quasi la metà di tutti i libri che vengono stampati, compresi i best sellers, finiscono al macero!

 

Chi è Logus Mondi Interattivi, cosa fa e con che obiettivi nasce?
Logus mondi interattivi è una casa editrice (quasi esclusivamente) digitale che ha cominciato realizzando app per smartphone (audio guide) e da oltre due anni è inserita nel mercato degli ebook con un catalogo che supera ormai i 50 titoli. Gli obiettivi che ci siamo posti fin dalla fondazione di Logus sono quelli di muoverci intorno all’innovazione applicata alla cultura.

Come è nata l’idea?
L’idea è nata dalla passione per la mia terra e dalla voglia di valorizzarla attraverso gli strumenti che l’innovazione mette a disposizione.

Ti occupi di editoria digitale, cos’è?
Gino Roncaglia ha definito l’editoria digitale “La quarta rivoluzione del libro”. Anche io penso che questo che stiamo vivendo sia un passaggio epocale, così come la stampa a caratteri mobili di Gutenberg. L’editoria digitale è inserire un testo invece che sulla carta su un dispositivo hardware: semplicemente è un cambio di supporto, nè più nè meno che dalla pergamena alla carta.

Cos’è un ebook?
Un ebook è un libro che si legge con un dispositivo digitale (ereader) studiato per facilitare la lettura. L’ebook letto con un reader è un libro da sfogliare, ma in cui è anche possibile ingrandire i caratteri, inserire note personali o condividerle con gli amici o con il mondo intero, sottolineare, mettere il segnalibro e tante altre cose. Una delle poche cose che con l’ebook non si può fare (mentre con il libro cartaceo sì) è mostrare agli altri la copertina del libro che si sta leggendo… va in stand by e non c’è niente da fare 🙂

Qual è il vostro modello di business?
Orientato al lettore, che cerchiamo di coccolare come giustamente merita. A volte ricorriamo a forme miste di finanziamento come il preacquisto di copie. Ultimamente ci piace tantissimo il fundraising.

Che difficoltà avete incontrato nel realizzare il vostro progetto di startup? Come le avete risolte?
Le difficoltà maggiori sono relative a immettersi pienamente nel mercato e rimanerci in modo stabile. E’ questo lo scoglio più grande di una nuova impresa. Come l’abbiamo risolto? Non l’abbiamo risolto! Lavoriamo giorno per giorno per questo. Qualcuno direbbe: “è l’impresa bellezza!!!”

Quando si parla di ebook e cartaceo spesso si discrimina il primo. Questo è un pregiudizio sopratutto da parte di chi non ha mai letto in digitale. Come si può superare questo?
C’è da dire che questo fenomeno è sempre esistito e riguarda le transizioni, le innovazioni che irrompono nella nostra vita e ci costringono a cambiare abitudini e comportamenti. L’uomo vuole in generale vivere nella sicurezza e in uno stato di equilibrio. L’innovazione impone all’uomo un cambiamento ed è questo che non piace. Deve faticare. Ma senza innovazione il mondo non cresce, non va avanti. Chi accede alla lettura con un buon ereader, alla fine si innamora e non lo lascia più. Si possono leggere più libri contemporaneamente e posso portarmi appresso un’intera biblioteca, posso acquistare con un solo clic e cominciare a leggere un libro in meno di un minuto. Un’amica da poco convertita all’ebook mi ha detto che è peggio del gioco d’azzardo: acquistare libri con un ereader è come una ludopatia. Come si supera questo pregiudizio? Con il tempo.

Quando si parla di cartaceo ed ebook è come parlare di Milan e Inter, Roma e Lazio, la razionalità non esiste.
E’ verissimo questo, parlare di libri ed ebook a cena è rischioso quanto parlare di politica o di calcio. Si rischiano le amicizie. L’ebook divide le persone ed è solo una questione di pancia. Direi provare per credere… ma non lo consiglio.

Non consigli l’ebook? 😉
No, non consiglio di discuterne a cena

Uno studio dell’Unesco evidenzia che il digitale sta facendo accedere alla lettura il terzo mondo, cosa ne pensi?
Grazie alla diffusione degli smartphone il cosiddetto terzo mondo sta scoprendo i libri per mezzo dell’ebook. E’ una bellissima notizia. Sappiamo benissimo che accedere alla lettura vuol dire evolversi, sia come persona che come popolo. Anche Gutenberg ha ampliato moltissimo la possibilità di leggere delle persone, ma questa volta il fenomeno è di natura planetaria. Allo stato attuale solo 2 mld di persone accedono alla lettura e grosso modo coincidono con il cosiddetto mondo civilizzato. Abbiamo altri 5 mld di persone da conquistare… niente male come potenziale bacino d’utenza, vero?

Che difficoltà sta vivendo l’editoria tradizionale?
L’editoria tradizionale è sempre più antieconomica e la criticità è dovuta al fatto che non riesce ad intercettare bene le preferenze del lettore. Per questo è costretta a stampare sempre più novità ed il numero di copie vendute per ogni libro diminuisce. Oggi il lettore è molto più esigente e spesso non si fa traviare dalle campagne promozionali milionarie o dai guru televisivi che consigliano (a pagamento) i libri. Il lettore si fida molto di più dei passaparola, delle recensioni fatte da lettori… qualcuno ha detto che siamo entrati nell’era della “lettura democratica”, ovvero ognuno sceglie liberamente ciò che vuole leggere molto più che nel passato.

Cosa cercate in un partner finanziario e che caratteristiche deve avere?
Non cerchiamo un vero e proprio partner finanziario, ovvero non solo. Vorremmo un partner, che credendo in Logus, ci apra a nuovi mercati, sopratutto quelli esteri e di lingua inglese dove gli ebook hanno oramai una posizione consolidata (USA 30%, UK 18%). Abbiamo dei titoli tradotti in inglese (ad es. l’ultima nostra fatica The towers of Kar El) ma che abbisognano di un ufficio promozione orientato solo all’estero e che per ora non siamo riusciti a realizzare pienamente.

Una delle condizioni di successo più importanti in un’azienda è il mix di professionalità che la vedono nascere. Come è nata la vostra squadra e come è composta?
E’ nata proprio dalle competenze e dalla passione per la cultura e l’innovazione. Fanno parte della squadra stabile di Logus una scrittrice, un ebook designer e animatore, un illustratore e uno che si occupa della promozione. Io oltre ad essere socio fondatore sono il direttore editoriale e curo le collane e la distribuzione in oltre 40 grandi store on line tra cui Amazon, Apple, etc..

In Italia uno dei problemi principali per chi vuole fare innovazione è costituito dal finanziamento delle nuove aziende. Voi come lo avete risolto?
A differenza dell’editoria tradizionale, l’editoria digitale ha bisogno di pochi investimenti iniziali. L’azienda Logus è ancora piccola ed in fase di espansione e come dicevo prima siamo in questo momento alla ricerca di un partner che ci aiuti a ragionare sul mercato inglese.

Che ruolo ha la rete nel vostro business?
Il mondo del web pervade la vita di tutti e quindi ci muoviamo attraverso di esso per intercettare i nostri lettori ma anche per ascoltare le loro esigenze. E’ nato “ascoltando” anche l’ultimo ebook “Le torri di Kar El”, orientandoci ai bambini (è l’unico comparto del libro che ha visto nel 2013 un aumento delle vendite)e valorizzando la cultura della nostra splendida terra.

Quali sono le competenze necessarie per avviare una startup in questo settore e come le avete costruite?
La startup è un’impresa e fare impresa non è semplice. Ciò che conquisti giorno per giorno lo devi a te stesso ed in questo senso l’impresa è quanto più di meritocratico riesca a pensare in questo momento. Le idee di base sono poca cosa in confronto a come si realizzano ed ancora più importante è come si riesce a creare un business consolidato attorno. Le competenze necessarie sono molteplici, ma in una azienda sana si possono anche costruire mano a mano; quello che oggi serve sicuramente, lo racchiudo in una sola parola: visione.

Cosa vuol dire per voi innovare?
Innovare vuol dire essere ancorati al presente

Quali risultati avete ottenuto e quali sono i vostri prossimi passi?
I risultati ottenuti in due anni hanno visto la pubblicazione di un’audio guida della città di Cagliari in 5 lingue, un dispositivo per non vedenti e la media di oltre due nuovi ebook al mese e per questo ci riteniamo soddisfatti. I prossimi passi vedranno a brevissimo la realizzazione del nostro primo ebook interattivo e multimediale e per il quale abbiamo già ricevuto ottimi feedback già nella versione valutazione proposta ad alcuni influencer.

Quali sono le tre principali azioni che dovrebbero attuare le istituzioni per supportare lo sviluppo delle startup?
Devo dire che non credo molto nelle istituzioni che aiutano le imprese. Spesso le istituzioni non sanno cosa vuol dire fare impresa (ci sono naturalmente notevoli eccezioni), ma per rispondere comunque alle tue domande:
– le istituzioni non devono avere un interesse economico, neanche di ritorno
– devono istituire buone pratiche in cui venga riconosciuto il merito e la qualità delle aziende che si immettono nel mercato
– devono cercare di mettere a sistema le imprese

In un “tweet” cosa consigliate a chi vuol fare impresa?
Leggere il presente e creare visioni future.

 

Ulteriori informazioni: Logus Mondi Interattivi

 

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
WhatsApp
On Key

Articoli correlati

×

Hello!

Click one of our contacts below to chat on WhatsApp

× Possiamo aiutarti?