Jacopo Pisano e i Project Sound, ed è tutta un’altra musica

 

Oggi è venerdì e come ogni venerdì mattina abbiamo fatto una piacevole chiacchierata in compagnia di un giovane musicista e di una giovane band. Ospite dell’aperitivo di Sciradì di oggi è Jacopo Pisano e la sua band, i Project Sound, un gruppo che nasce nell’estate del 2014 dal desiderio di Jacopo di riformare una band di ragazzi giovani e affamati di musica. La formazione attuale dei Project Sound è composta da: Maria Teresa Romeo al microfono, Davide Deiana, voce e tastiere, Michela Usala e Paolo Marrocu alle chitarre, Francesco Poma al basso, Ludovica Massidda al violino e Jacopo Pisano alla batteria. Nonostante la loro recente nascita i Project hanno già avuto occasione di fidelizzare con il pubblico live più volte, come alla festa di San Giovanni a Quartu Sant’Elena, del 29 luglio scorso, o per ‘Quartu colora l’Estate’ del 14 agosto 2014, per finire con il concerto di Natale al reparto pediatrico dell’ospedale Brotzu di Cagliari.

Ma per saperne di più sul loro conto e sulla loro musica abbiamo sentito proprio Jacopo, batterista della band e – solo per noi – frontman.

 

Dove? Su Sciradì, naturalmente.

 

Ciao Jacopo, e bentrovato su Sciradì. Raccontaci un po’ di te: chi è Jacopo Pisano e cosa fa nella vita?
«Ciao a tutti e grazie per l’opportunità. Sono un ragazzo normalissimo, mi sono diplomato lo scorso anno al liceo scientifico e ora studio nella facoltà di Scienze della Comunicazione di Cagliari. Esco con gli amici e pratico sport…
Fino a qui non ho detto molto di me e di come trascorro la maggior parte del mio tempo libero (e non solo). Sono un grandissimo appassionato di musica e non mi sono mai limitato ad ascoltarla e basta. Fin da piccolo ho avuto il desiderio di saper suonare tutti i brani che mi capitava di sentire, magari in radio o nella raccolta di CD che avevo a casa».

Come nasce la tua passione per la musica?
«Non saprei dare una risposta precisa. Capitava spesso, quando ero più piccolo, di andare in pizzeria con i miei genitori e quasi sempre c’era qualche gruppo musicale che suonava o il karaoke. E ricordo che tutte le volte andavamo via per ultimi perché volevo stare a sentire la musica fino alla fine. Poi più avanti il parroco di Quartucciu comprò una batteria per la messa dei ragazzi, trovai casualmente una chitarra in soffitta a casa dei miei nonni e da lì cominciai a familiarizzare realmente con gli strumenti musicali».

Sei un musicista e polistrumentista: a quale strumento musicale, però, ti senti più vicino?
«Senza dubbio il mio strumento è la batteria! Gli altri strumenti li ho scelti da “grande”, mentre la passione per la batteria è nata praticamente insieme a me».

 

Jacopo alle prese con la chitarra elettrica.

 

Nel tuo palmarès compaiono partecipazioni in diverse band: Nemonia, Eden Rock, Battiti Sonori, Riots (la nostra intervista a loro qui). Cosa porti nel tuo bagaglio personale da ognuna di queste band?
«Suonare in tanti gruppi ti permette di affrontare esperienze diverse, e sebbene io non sia un professionista ho imparato tanto dai ragazzi con cui ho suonato fino ad ora. Ho avuto la possibilità di sperimentare generi diversi, strumenti diversi, ruoli diversi. Nei Battiti Sonori mi sono impegnato tanto anche per realizzare dei videoclip e organizzare qualche piccolo concerto. Mentre con i Riots ho suonato soltanto una volta, quando ancora non si chiamavano Riots! I Nemonia sono stati la mia prima vera band e con loro ho appreso le dinamiche principali del suonare in gruppo e dal vivo. Dagli Eden Rock ho imparato che nella musica nulla è scontato, e i buoni propositi non bastano per fare un grande gruppo».

Nell’ultimo periodo hai scoperto la consolle da dj: qual è la differenza, dal tuo punto di vista, tra un dj set e un concerto?
«A mio parere, per essere un vero appassionato di musica devi sperimentare il più possibile. Non sono il musicista che vede soltanto note e pentagramma, ma neanche con il dj che fa soltanto play su un lettore CD. La differenza sta senz’altro nelle aspettative del pubblico. I dj ti fanno ballare, i musicisti ti fanno cantare, ma il divertimento è garantito in entrambi i casi».

Facciamo il gioco della torre: chi butti giù tra la consolle e la batteria?
«Dipende, la signorina vuole ballare o cantare?»

Nell’estate 2014 nascono i Project Sound, band della quale sei batterista e occasionalmente frontman. Qual è il genere e gli artisti a cui vi ispirate?
«Non c’è nessun virtuosismo nella nostra musica. Ci basiamo su uno stile semplice e una grinta volta a coinvolgere attivamente il pubblico. Nel repertorio del gruppo ci sono diverse cover italiane e straniere di Pink, Laura Pausini, Fabrizio de Andrè, Eros Ramazzotti, Christina Aguilera, Ben E. King, Queen e tanti altri».

 

La formazione dei Project Sound live sul palco.

 

Nonostante la vostra recente formazione avete già affrontato il palco dal vivo in diverse occasioni. Che rapporto avete avuto, finora, con il pubblico?
«Il pubblico, in generale, apprezza il nostro modo di riproporre in chiave moderna alcune canzoni del passato. Essendo giovani, il più grande ha 21 anni, il pubblico si aspetta di sentire soltanto le ultime canzoni che escono fuori dai talent ecc. invece noi suoniamo tantissimi brani meno recenti, qualcuno addirittura degli anni 60, ed è più facile in questo modo attirare l’attenzione del pubblico che torna indietro ai tempi di Gloria manchi tu nell’aria stando All’ombra dell’ultimo sole».

Si dice che fare musica in Sardegna sia molto difficile. Ci sono state delle difficoltà anche per voi? Cosa ti senti di consigliare a chi, come te e voi, vorrebbe fare della musica la propria vita?
«C’è chi afferma che non ci sia lavoro e magari non l’ha mai cercato. Nella musica funziona allo stesso modo, bisogna impegnarsi al massimo delle proprie possibilità e crederci davvero. Nessun produttore farà mai un contratto a chi fa musica giusto per ingannare il tempo. Vivere di questa passione è difficile e non solo in Sardegna. Non credo di essere la persona più adatta per dare dei consigli però sicuramente l’impegno è una costante fondamentale. Da solo non basta, ma è anche vero che senza l’impegno è quasi impossibile riuscire a ottenere dei buoni risultati».

Progetti per il futuro?
«Insieme ai Project Sound stiamo preparando un DVD promozionale con alcuni brani cover e dei video dei nostri concerti. Contiamo di proporlo ai gestori dei locali e ai comitati che organizzano le feste in piazza in modo tale da continuare a fare esperienza e migliorare il più possibile».

Come possiamo seguirti e seguirvi sul web?
«Mi trovate sui principali social network, sul mio sito pisanomusic.weebly.com e potete cercare la pagina dei Project Sound su Facebook e mettere mi piace per vedere i nostri contenuti e scoprire quando suoneremo nuovamente dal vivo».

 

Ringraziamo Jacopo e i Project Sound e auguriamo loro un futuro ricco di soddisfazioni.

 

 

Riccardo Soro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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