AppEatit, e la pausa pranzo non sarà più la stessa

 

Per molti di noi è ormai un’azione meccanica. Scorriamo il nostro smartphone, quasi a cambiare pagina, e premiamo su quel piccolo quadratino con i bordi arrotondati. Lo facciamo come fosse la cosa più banale del mondo. E lo è. Ma cosa c’è dietro una web application? Come nasce un’app? Ne parliamo oggi con Damiano Congedo, CEO e fondatore di AppEatit, una delle app per mobile device maggiormente innovative e in voga nell’ultimo periodo.

Dove? Solo su Sciradì.

 

Ciao Damiano, benvenuto su Sciradì. Conosciamoci meglio: chi è Damiano Congedo e cosa fa nella vita?

“Ciao Riccardo, grazie a te dell’invito e un saluto a tutti i lettori di Sciradì. Da tre anni sono il tutor di Semantic Web presso la facoltà di Scienze della Comunicazione di Cagliari e da quasi un anno e mezzo sono uno startupper a tempo più che pieno! Da dieci anni mi occupo di ‘net art’ sia come consulente aziendale, sia con progetti personali.”

Cos’hai fatto prima di intraprendere la strada delle applicazioni per dispositivi mobili?

“E’ stato il mio percorso professionale a portarmi verso il mondo mobile. Nel corso della mia esperienza lavorativa ho sempre lavorato nel mondo del web e negli ultimi anni con l’esplosione del mobile, era da pazzi rimanerne fuori. Già nel 2011 avevo avviato un progetto con Marco Clemenza, che poi è diventato uno dei fondatori di APPEATIT, per testare le dinamiche del mercato mobile.”

Negli ultimi tempi abbiamo sentito molto parlare di AppEatit. Ci vuoi dire cos’è e come funziona?

“APPEATIT è un servizio che si pone lo scopo di aiutare i lavoratori migliorando il loro stile di vita grazie alla preordinazione del pranzo. APPEATIT consente di indicare l’orario per il quale si vuole trovare il pasto pronto in ristorante. In questo modo vengono abbattuti tutti i tempi di attesa e i lavoratori possono fruire del proprio pranzo in relax, senza l’ansia di tornare rapidamente al lavoro. Vogliamo che i lavoratori non si accontentino di un pranzo mordi-e-fuggi da mangiare in giro o, peggio, davanti al PC in ufficio.”

Com’è nata, in definitiva, l’idea di AppEatit?

“E’ stato un bisogno che abbiamo realmente provato. Prima di fondare APPEATIT io lavoravo come consulente in un’azienda di Reggio Emilia e Marco a Roma. Durante una telefonata ci chiedemmo quanto sarebbe stato figo trovare il pranzo già pronto e mangiare con calma prima di dover tornare in ufficio.”

Secondo te, come mai nell’ultimo periodo AppEatit ha fatto molto rumore e ottenuto grandi consensi sul web? Cos’è, insomma, che la rende innovativa?

“La nostra è un’innovazione di servizio, ragionata su un problema che tanti lavoratori in Italia affrontano quotidianamente. E’ questa la vera chiave del successo di APPEATIT: raccontiamo una storia che la gente vive e capisce e offriamo una soluzione ai ristoratori per venire incontro a questa esigenza.”

Il web è ormai parte integrante della vita quotidiana di ognuno. Pensi che il futuro delle aziende, del lavoro, e magari della società, passi per il web?

“Lavorando dal 2004 con e sul web ritengo che il web non possa essere più considerato il futuro, ma è il passato più prossimo e il mobile è il presente. Il futuro non so ancora cosa ci possa riservare. Certo è che se un’azienda non ha ancora sfruttato questi nuovi canali dovrebbe fermarsi a riflettere se ha interesse ad aumentare il proprio business o fallire nel giro di qualche anno. Per quanto riguarda la società reputo il web la rappresentazione tecnologia del concetto stesso di società.”

Quando AppEatit era ancora in fase di “matricola”, come si direbbe in borsa, avete partecipato a diverse start-up competition. Quanto è stata formativa quell’esperienza?

 “Il percorso formativo che abbiamo affrontato è stato entusiasmante, stimolante e impegnativo. Lavorare per un’azienda non vuol dire sapere cos’è un’azienda e come la si porta avanti. Tanto meno che cos’è una start-up e tutti gli approcci e metodi che ci sono dietro (per esempio lean o agile). Aver avuto il privilegio di partecipare a questi percorsi ci ha dato le basi per poter entrare con la giusta consapevolezza e conoscenza nell’ecosistema start-up.”

Addentriamoci un pochino di più sul mondo delle web applications. In generale, come funziona un app? Come nasce? Chi finanzia chi e quali sono i vostri guadagni?

 “E’ difficile darti una risposta che possa valere per tutte le possibili situazioni. In linea teorica una start-up nasce dalla percezione di un bisogno già presente o che lo sarà nell’immediato futuro. Questo bisogno deve essere condiviso da una significativa fetta di persone. In base allo stato dell’arte della propria iniziativa (business idea, con un prototipo, con metriche, che fattura, etc.) ci si mette in contatto con una tipologia precisa di investitore. Se questo investitore è interessato si inizia a ragionare sul valore dell’iniziativa e sull’ammontare dell’investimento. Per esempio nel nostro caso avevamo ultimato il prototipo della nostra piattaforma e avevamo già testato il servizio con un ristorante a Roma, e la tipologia di investitore più adatta era un acceleratore che investisse per supportare il market test e migliorare il prodotto che avevamo già sviluppato.”

Si dice che la burocrazia blocchi l’Italia. Avete riscontrato difficoltà anche voi a far fare il primo passo ad AppEatit? Se sì, ci puoi raccontare nello specifico cos’è successo?

Rischierei di essere monotono, ne ho parlato approfonditamente anche qui (nuvola.corriere.it/2014/08/16/startupper-indebitati-per-pagare-linps/) e qui (http://damianocongedo.it/category/startupper/). Sicuramente ti posso dire che la burocrazia italiana è ancora lontana anni luce dal capire quali siano i reali bisogni delle start-up. Ci sono state delle iniziative lodevoli, ma che denotano il baratro che c’è tra chi fa start-up, e conosce cosa potrebbe agevolare la crescita della propria azienda e di conseguenza anche del proprio Paese, e chi a tavolino redige decreti pro start-up senza averne probabilmente mai toccata una da vicino. Vedi l’assurdità, a mio parere, del decreto per il ‘work for equity’ o il bando ‘MISE Smart&Start’.”

Sappiamo che siete impegnati in una campagna di crowdfunding finalizzata a sviluppare e migliorare ulteriormente l’app. Come vi si può aiutare?

“E’ estremamente facile. Collegandosi al sito Eppela (http://www.eppela.com/ita/projects/964/appeatit-enjoy-your-lunch), uno dei maggiori portali per il crowdfunding in Italia, è possibile scegliere l’importo della donazione dalla pagina del nostro progetto. E’ necessario registrarsi e donare con carta di credito/debito. E’ possibile donare anche solo 2 euro, che sono comunque importantissimi per supportare la nostra start-up. I fondi raccolti saranno utilizzati per ultimare lo sviluppo delle app mobile. Abbiamo previsto delle ricompense esclusive per tutti i supporters come l’invito all’aperitivo per il lancio delle app, magliette, tazze e altri gadget in edizione limitata. Quindi supportate, supportate!”

Come vi si può contattare?

 “Siamo attivi praticamente ovunque, potete venire anche nel nostro ufficio per scambiare due chiacchiere (contattatemi prima però!)”

Sito: http://www.appeatit.com

Blog: http://blog.appeatit.com/

Email: info@appeatit.com

LinkedIn: http://www.linkedin.com/company/2762722

Twitter: https://twitter.com/AppEatIt

YouTube: http://www.youtube.com/user/AppEatIT

Facebook: https://www.facebook.com/AppEatIt

 

Ringraziamo Damiano per la disponibilità e gli facciamo i nostri migliori auguri per un futuro ricco di soddisfazioni.

 

 

Intervista a cura di Riccardo Soro

® RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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