William Corona, il secondo memorial in suo onore è un successo. Tanto sport e divertimento, e non sono mancati gli ospiti d’onore.

Sotto un cocente sole di Agosto, in tantissimi hanno voluto prender parte ad un evento spettacolare. Presenti anche le bandiere del Cagliari, quelle del presente ma soprattutto quelle del recente passato. Una grande festa pienamente riuscita, per tenere vivo il ricordo di un giovane ragazzo andato via troppo presto, quando davanti a lui aveva un’intera vita da vivere, e che un fatale incidente di due anni fa gli ha strappato via. Il suo ricordo, anche grazie a questo evento in sua memoria, continua a brillare nel cuore di chi William l’ha conosciuto e continua a ricordarlo come un ragazzo innamorato della vita e dei colori rossoblù. 

 

 

“Una persona muore due volte, quando non viene ricordata”. Non ha corso questo rischio Williamo Corona, “Sghilli” per gli amici, che due anni fa ha visto la sua splendida vita interrompersi, a soli 16 anni, in un drammatico incidente sulla statale 554. Da allora, Willino ha continuato a vivere nel cuore dei suoi amici che ogni anno, in memoria sua, organizzano un evento calcistico proprio in suo onore. Una grande festa con la sua musica preferita, e sullo sfondo il suo sport preferito, il calcio. Organizzato dagli amici di sempre, quelli con cui è cresciuto, gli stessi che hanno impiegato energie su energie per dare al loro giovane amico il tributo che meritava. Ieri, Sabato 08/08, è andata in scena una giornata di sport e divertimento a dir poco eccezionale. Organizzata nei minimi dettagli, con ospiti d’onore e con una grandissima mole di partecipanti. Giocatori, osservatori, spettatori: C’erano davvero tutti. Sghilli era un grandissimo tifoso del Cagliari. Andava in curva Nord, faceva parte del glorioso gruppo degli Sconvolts. Proprio loro, gli Sconvolts Cagliari, che da oltre trent’anni portano in giro e con orgoglio i colori rossoblù negli stadi di tutta Italia, e che anche questa volta non sono mancati. Loro, quei “cattivi ragazzi” etichettati costantemente dai media come una banda di criminali, come gli “ultras violenti”, ma che conservano forse più di chiunque altro i valori dell’amicizia e del rispetto. Hanno omaggiato il loro compagno con cori, striscioni e fumogeni per tutta la giornata, tenendo fede al loro inconfondibile stile e dimostrando di essere sempre in prima linea quando c’è da tenere vivo il ricordo di un amico. Nei campi del seminario di Cagliari, di fronte a Monteclaro, gli amici di Sghilli hanno messo su uno scenario di festa incredibile. Con sacrifici impensabili, pianificando con cura ogni singolo dettaglio per far sì che la festa dedicata a lui fosse davvero perfetta. Centinaia di persone tra ragazzi, ragazze, calciatori e bambini hanno sfidato il caldo torrido pur di esserci. E gli ospiti d’onore non sono mancati. Indovinate un pò? Le bandiere del nostro amato Cagliari c’erano tutte. Perchè la differenza è proprio questa qui, tra la nostra e le altre squadre: i giocatori si sentono parte della città. Si sentono parte facente del nostro popolo, non dimenticano mai le loro origini e, nonostante contratti e vincoli milionari, trovano il tempo per dedicarsi ai loro tifosi in un torrido Sabato di inizio Agosto. Anzichè andare in vacanza, anzichè star con le loro famiglie. Loro scelgono NOI. E questo è a dir poco unico, fantastico. Nella stessa squadra, quella che poi ha ovviamente vinto il memorial di Sghilli, c’erano Nainggolan, Murru e Ragatzu. Avere tre giocatori che attualmente giocano in serie A contro Ronaldo e soci dovrebbe render tutti entusiasti, ma in aggiunta a loro c’erano tre autentiche bandiere, che hanno indossato la maglia Rossoblù con un orgoglio esagerato e che saranno per sempre legati a questi colori. Il Capitano per eccellenza, Daniele Conti, Bombetta Pisano e il Sardo più Sardo di tutti, Andrea Cossu. Bambini in visibilio, tifosi di tutte le età che chiedevano foto e autografi ai loro beniamini. Non è mancato davvero niente. Un’organizzazione a dir poco perfetta, quella messa in atto dagli organizzatori per far fronte al caldo torrido. Due ambulanze presenti nell’impianto, una delle due inauguarata poco prima del calcio d’inizio e che si chiamerà proprio col nome del giovane William, in suo onore. Un caddozzone ( mai ammanchidi nelle feste Casteddaie) e un bar unicamente ad uso esclusivo dei calciatori (aggratis ovviamente). Ogni squadra prima e dopo ogni partita aveva a disposizione un cartone d’acqua fresco, e per pranzo un super buffet sotto un grande gazebo dove far festa. Casse per la musica in ogni angolo del perimetro, spogliatoi aperti a tutti e maglia ricordo per i giocatori. Ha vinto la squadra con i giocatori del Cagliari, e su questo non c’erano molti dubbi, ma alla fine dei conti hanno vinto tutti. Hanno vinto gli Sconvolts e il loro grande cuore, hanno vinto gli organizzatori che per tre settimane hanno dedicato ogni singolo minuto della loro giornata alla perfetta realizzazione del torneo. Hanno vinto tutti i partecipanti che hanno risposto presente e che hanno voluto esserci. Ha vinto lo sport e la voglia di fare festa, in un anno disgraziato, in un 2020 cominciato male e sempre più buio, ma che trova finalmente uno spiraglio di luce e ci fa convincere ancora una volta che, quando noi Cagliaritani ci uniamo, nello sport così come nella vita, si ha come la sensazione di vincere sempre e comunque. E Sghilli, che ci guardava dall’alto, di tutto questo non può che sentirsi orgoglioso. L’abbiamo ricordato a dovere, e questa qui è la vittoria più grande di tutte.

Stefano Cabras

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