La paura anestetizza i cervelli?

Tratto da un episodio realmente accaduto a Giulia Loglio

Mi piace andare al cinema così, in un fresco lunedì di fine settembre, decido di recarmi in una delle multisala della città metropolitana e lo faccio sola, altra cosa che mi piace molto. Caso vuole che sia anche l’unica persona in tutta la sala e così mi godo il grande e confortevole spazio tutto per me. Il film sta per iniziare quando una simpatica signorina passa a controllare le file di poltrone armata di disinfettante e straccetto. Mi vede senza mascherina, che ho tolto perché la normativa lo consente, si avvicina e sentenzia “La mascherina va indossata per tutta la permanenza in sala”. Allibita le chiedo se ne è certa e lei scocciata conferma. Ripenso ad alcune sere prima quando, a teatro, hanno permesso a tutto il pubblico, ordinatamente seduto, di toglierla. Allora tento una nuova strategia di ragionamento e le faccio cortesemente notare che in sala ci sono solo io ma lei imperturbabile insiste ” La deve indossare”. Mi gioco un’ultima carta e le faccio notare che alla cassa sono in vendita bibite, pop corn e molto altro e lei mi comunica, senza alcun imbarazzo ” Beh certo, chi mangia la può togliere”. Respiro profondamente, estraggo dalla borsa un provvidenziale astuccio con delle caramelle e le rispondo “Allora mangio”. Lei sorridendo annuisce “Bene, se mangia può stare senza mascherina, buona serata ” ed esce dalla sala.
Basita mi godo il film.
Tornando a casa ripenso a quanto mi è accaduto, o meglio ho subito, perché questa è la parola giusta.
Credo che questo episodio surreale riassuma tutta la follia del nostro tempo. Comprendo la paura ma fatico ad accettare che ci siano persone che pretendono di imporci regole senza prima prendersi la briga di comprenderle. Ovviamente non ho nulla contro la ragazza che controllava la sala ma è indubbio che avesse le idee un tantino confuse.
Confrontandomi con gli amici li sento vittime dei medesimi ingiustificabili eccessi. Laddove la norma si ferma prosegue la paura o l’ignoranza o forse, ed è ancora più triste, il prolungato lockdown ci ha obbligati per mesi ad obbedire ciecamente e questo ha inceppato in qualcuno la capacità di pensiero logico e ragionamento. Se alle normative di legge iniziano a sommarsi fantasiose interpretazioni e infinite aggiunte di conclamati analfabeti funzionali allora siamo davvero fottuti …

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