Vi facciamo le scarpe (da tanti anni)

Hanno ancora senso i lavori artigiani? In città resistono ancora piccole botteghe come la calzoleria Usai aperta da oltre 70 anni. Padre e figlio, Pino e Simone, gomito a gomito, a lavorare scarpe, a San Bartolomeo, seguendo un’antica tradizione che affonda le radici nel Dopoguerra.

La prima calzoleria Usai venne fondata nel 1947 ed ebbe sede in Viale Poetto. Qui Saverio,  papà di Pino e nonno di Simone, si dedicava anima e corpo al suo lavoro, realizzando calzature su misura ed effettuando riparazioni. Successivamente si trasferì per qualche anno in via della Pineta. Dopo qualche tempo decise di aprire oltre al locale all’interno della caserma Gonzaga anche un laboratorio per i civili, in via Torre Tonda a Sassari.

Nel 1978 un’altra grande caserma entra a far parte dei clienti, è il Primo reggimento Corazzato dei Teulada. Nel 1980 – 81 si apre a Cagliari, per la Brigata Sassari, il corpo dei Carabinieri, l’Aviazione Militare e la base Nato di Decimo.

Nel 1982 Saverio ed Elvira vengono raggiunti da Pino in p.zza San Bartolomeo, al numero 24, l’impresa familiare continua a crescere, un altro grande cliente entra a far parte del portafoglio, la Marina Militare. La calzoleria serviva ormai l’intera Sardegna militare e non, Saverio e Pino con diversi dipendenti (sino a 4) si dedicano al centro-sud mentre gli altri due figli, Roberto e Michele, si dedicano al centro-nord.

Nel 1993 Saverio lasciò l’attività in mano a Pino, è l’inizio di una nuova era, la concorrenza si fa più agguerrita, la tecnologia corre, impossibile competere con le fabbriche per la realizzazione di scarpe su misura, l’unica soluzione è tenersi al passo coi tempi, nuovi macchinari e nuove tecnologie vanno tenute d’occhio.

Pino a Cagliari, Roberto e Michele a Sassari, figli di un ottimo maestro, riuscirono ad applicare al meglio queste innovazioni e resistono alle varie crisi. Oggi poche caserme sono aperte, epoca di tagli militari, ma anni e anni di servizi ai clienti fanno in modo che la calzoleria resti una delle poche sul territorio, una delle poche che tale possa essere definita, in grado di risolvere qualsiasi problema con dedizione e amore, come solo un vero artigiano sa fare.

Nel 2010 la calzoleria cambiò nome, viene conferita nella società Fixar che significa appunto riparare. Simone decide di affiancare il padre in questo mestiere e così sarà la terza generazione di calzolai Usai. Pino con Simone come in passato Saverio con Pino, di padre in figlio, come nelle più grandi tradizioni e come è bello che sia tramandato un mestiere così antico.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Simone, 32 anni, e un passato anche da calciatore.

Ripensando a oggi e al passato, ci sono stati momenti difficoltà e momenti migliori?

Certo, come tutte le attività abbiamo avuto alti e bassi, il periodo migliore lo ha vissuto sicuramente Pino con Saverio, in quel periodo potevamo vantare il monopolio con le forze armate, dopo la sospensione della leva obbligatoria è stato solo un susseguirsi di tagli e taglietti, alla fine non è rimasto più niente. Per fortuna Pino ha sempre coltivato una buona clientela civile, ci ha permesso di tirare avanti.  Ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di adeguare la nostra offerta al mercato.

– Quali sono le qualità umane e professionali da possedere nel vostro mestiere?

Pazienza, tanta pazienza. A parte gli scherzi le qualità indispensabili sono la manualità ,la capacità di trovare soluzioni a tutto e la voglia di imparare, se vogliamo riassumerlo in una parola sola:” Essere artigiano”.

– Volete raccontarci qualche curioso episodio in calzoleria?

Prima ti parlavo di pazienza, un aneddoto carino che raccontiamo sempre che ebbe come protagonista mio nonno e un cliente brontolone fa capire il perchè. Ogni volta che il signore si avvaleva dei suoi servizi al momento di pagare si lamentava, un giorno gli disse che glielo faceva gratis e lui senza nemmeno ascoltare si lamentò come sempre.
Un altro episodio che mi ha segnato invece riguarda me (Simone, ndr) è una professoressa che vedendomi lavorare nella calzoleria, inveii contro di me dicendomi che non ci facevo nulla li e che dovevo andare a studiare, le risposi che i miei studi li avevo fatti, il diploma lo avevo, non mi interessava una laurea in informatica e che comunque non stavo rubando.
Questo è uno dei motivi per i quali i giovani non fanno più certi lavori, chi dovrebbe essere educatore alla cultura dimostra tanta ignoranza, disprezzando determinate tipologie di lavori. Purtroppo o per fortuna non possiamo essere tutti professori, avvocati, manager.

– Cosa significa trasmettere il mestiere da padre a figlio?

Inizialmente non davo peso alla cosa, poi però ho visto quanta soddisfazione negli occhi e nelle parole di mio padre nel raccontare che suo padre era calzolaio, lui e i suoi due fratelli sono calzolai e ora anche io ho intrapreso questa strada. Devo dire che fa piacere vantarsi di essere calzolaio di terza generazione, è meglio di qualsiasi attestato appeso ad una parete!

– In un mondo tecnologico e veloce, c’è ancora spazio per il lavoro artigiano? il fisco come si comporta con voi?

Lo spazio ci sarebbe, sono le condizioni che non ci sono. Dobbiamo parlare del fisco? vogliamo rovinarci la giornata? è il nostro socio maggioritario, praticamente quasi al 70%.
C’è bisogno di artigiani, c’è bisogno di piccola impresa, ma è troppo difficile e in troppi si stanno arrendendo, non si può lavorare 12 ore al giorno, senza ferie, senza la possibilità di stare a casa un giorno per malattia, senza una tutela in caso di fallimento, per poi trovarsi a non riuscire a pagare nemmeno le tasse e sistematicamente essere perseguitati da equitalia.

– Prima notavo che avete adeguato la vostra offerta alla realtà, quali sono oltre ai classici servizi, quelli ‘innovativi’ che date?

Qui bisogna chiarire quali sono i servizi classici, ho visto interviste di colleghi che parlano di scarpe non riparabili perchè non in cuoio, questo non è assolutamente vero. Noi ripariamo Hogan, Geox, Paciotti, tutte scarpe con fondo in gomma alle quali si posso cambiare tacchi, suole e tante altre lavorazioni.
Tra i servizi non classici ci sono il lavaggio e la sterilizzazione, la risuolatura degli scarponi da trekking e da motocross, la riparazione delle scarpe da calcio e sport vari, potrei elencarne tantissime come avrai visto dalla nostra pagina facebook e dal sito internet.
Da poco abbiamo anche ricevuto la certificazione Vibram a testimonianza della nostra professionalità e competenza.
Forse il servizio più innovativo è quello del preventivo online e la possibilità di spedire le scarpe se non si abita vicino. Abbiamo molti clienti che ci mandano scarpette e scarponi da tutta l’Italia. Nonostante tutto ancora oggi, possiamo vantare tra i nostri clienti, Esercito, società sportive, Cagliari Calcio, società di Sicurezza privata, società ippiche, escursionisti, scuole di ballo, eccetera. Ci di qualsiasi tipo di riparazione, i nostri macchinari  ci permettono di operare su qualsiasi tipo di oggetto, dalla scarpa alla sella per l’equitazione, dalla borsetta da donna alla tenda da campo e non solo.

– Qual è il futuro della Fixar?

Mi piacerebbe sfruttare il web per acchiappare anche una clientela extra-isolana. Chissà che non si riesca ad allargare il nostro bacino. Sarebbe un altro modo per resistere alla crisi!

Pagina facebook: https://www.facebook.com/FixaRepair

Sito web http://www.fixar.it/

 

 

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