Lui è Roberto Zorcolo, fondatore della ASD Triathlon Cagliari, è anche un atleta Ironman, specialità lunga distanza 3800m di nuoto, 180km di bici e 42 km di corsa, scrittore e asmatico dalla nascita.
Autore di due libri autobiografici, il primo scritto nel 2016 “Tutto è possibile. Lo sport oltre l’asma” l’altro nel 2019 “Tutto è possibile, testa cuore e gambe”
Roberto dice: “I libri che scrivo sono motivazionali ed emotivi dato che raccontano parti importanti della mia vita.Ci si mette a nudo e si raccontano momenti che molti non conoscono. Ovviamente non mancano mai la goliardia e le battute in un mix tra emozioni e comicità”
Qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook ha pubblicato queste parole che vogliamo condividere con voi.
In questi giorni sono bloccato a casa per via del COVID-19, contratto con tutta la sua violenza e concentrata potenza nonché pericolosità.
✔ Perché faccio questo piccolo inciso relativo al fatto che sia concentrato e pericoloso, per il semplice motivo che essendo un asmatico dalla nascita, ho avuto non solo forti dispnee respiratorie, ma anche enfisemi, polmoniti e lunghi ricoveri ma mai nulla che somigliasse a questo.
Brividi di freddo, stanchezza, affanno, febbre, tosse come se dovesse consumarti e non ultimo, cosa peggiore, quando si va a rifiatare non è detto che ci sia rimasto qualcosa.
PANICO
Il panico per i non addetti ai lavori, quindi per tutte quelle persone che non hanno mai avuto problemi respiratori è sacrosanto, ma anche il passo che purtroppo a volte li condanna e questo fa ancora più male. Immagino anziani, ragazzi perché l’età si è spostata in maniera notevole rispetto a prima, o anche bambini tossire in quel modo e cercare di capire che cosa stia succedendo, e se quel colpo di tosse è l’ultimo oppure no.
GESTIONE.
Per me i primi giorni sono stati di puro delirio. È stato come affrontare una gara dalle corte distanze; confusa, difficile, in continuo affanno. Respiravo appena, poi tossivo, poi febbre, poi freddo, poi tosse, poi dolori e poi tutte quelle sensazioni brutte insieme, come se volessero schiacciarmi. Ero all’angolo che prendevo solo cazzotti.
In quel momento ti ritornano in mente tutte le battaglie fatte sul ring, nei vecchi ricoveri, o sui campi di gara. La voglia di combattere insieme a tutte quelle sensazioni, sanno quasi di magia e poesia o di un riassunto della vita, interrotto però da quel freddo gelido che neanche otto coperte pesanti riescono a lenire.
DIAGNOSI SPERANZOSA
All’inizio pensi: “non può essere successo a me, no dai…quest’anno è successo questo, quello e quest’altro ancora, sarebbe ingiusto, sicuramente è solo un’influenza, domani starai meglio e poi …sei allenato!”
DIAGNOSI MIA SBAGLIATA.
Nulla di più errato purtroppo, anzi, meno si aspetta meglio è. Sono arrivato in ospedale con i sintomi già belli che avviati, forte del fatto che il giorno prima avessi fatto un tampone antigenico, risultato negativo. Per questo motivo credevo solo si fosse riacutizzato un’enfisema perché il respiro era ormai a zero. La postura poi diceva tutto: mi piegavo a cercare aria, faticavo a camminare, a parlare e a chiedere aiuto. C’era qualcosa di più grande e quel qualcosa era ed è il Covid -19
DIAGNOSI GIUSTA.
Tac e tampone molecolare non lasciano più spazio all’immaginazione: polmonite e Virus.
In quel momento si che riaffiora il passato. Mesi di ricoveri raccontati anche nei miei due libri dal titolo ‘Tutto è Possibile’.
In questo momento mi ritrovo ricatapultato là…il lamentio dei pazienti costretti ad uno scenario apocalittico, medici e infermieri che non riconosci più perché sembrano arrivati dalla luna.
SMARRIMENTO
Anche lo smarrimento è lecito, la paura di rimanere solo si fa strada una volta che ti hanno confermato il male e tutte quelle cose che solo leggevi sul giornale o guardavi in TV, in quel momento le vivi tu. ‘Pensa che culo!’ mi sono detto per sdrammatizzare, ‘magari ci scrivi anche un libro’… magari un libro no, ma un bugiardino lungo come questo si.
SPERANZA.
Qual’è la speranza di ogni paziente che entra in un ospedale? quel’è la bugia più grande che raccontiamo ai medici quando ci chiedono come ci sentiamo? Ve lo dico io: dottore sto già meglio, POSSO RIENTRARE A CASA? Ecco, io questa cosa l’ho detta migliaia di volte e l’ho sentita dire altrettante volte da parte di altri pazienti che, voglio dire, come me mentivano palesemente, ma l’idea di fuggire e di rientrare nel proprio letto, avere la propria tv, il proprio bagno e la comodità dei propri punti di sicurezza e di forza, è troppa.
SPERANZA E REALTA’.
La verità è che se il medico si accorge realmente che tu non sei in grado di tornare a casa, allora rimani là e te ne devi fare una ragione, la realtà è che se non sei in grado di gestire una dispnea respiratoria con piccoli trucchetti che hai imparato negli anni, cercando di deviare anche i colpi di tosse più duri e andando a centellinare ogni singolo movimento per guadagnare qualche centimetro di salvezza, allora non c’è scampo, è giusto che rimani lì e che ti faccia aiutare a combattere la tua battaglia.
DISPNEA RESPIRATORIA
La dispnea viene avvertita in modo diverso dai pazienti; più comunemente, viene descritta come “affanno”, “fame d’aria”, “senso di peso sul torace” ed “incapacità di effettuare un respiro profondo”, in questi casi regna la fame d’aria, la sensazione di non respirare e, con l’aggravante della tosse, vi lascio solo immaginare cosa può venirne fuori da questo mix, specialmente per chi è anziano, per chi ha già patologie o ancora per chi non ha mai avuto nulla e che saranno i primi ad agitarsi e a non riuscire a gestiree la situazione. Purtroppo quindi, nessuno credo sia al sicuro.
HO IL VIRUS MA STO BENE
Ci sono tantissimi dei miei amici e conoscenti che hanno passato il virus senza intoppi, altri che non sanno neanche di averlo preso o addirittura di averlo e che staranno comunque bene. La mia non è una battaglia contro chi non lo ha o è un potenziale futuro ammalato, il mio post è solo descrittivo e personale che non vuole insegnare nulla a nessuno, ma solo fare un po di chiarezza e informazioni in più per affrontarlo, ma solo dal punto di vista mentale, perché per il resto lascio ampio spazio ai professionisti che ogni giorno lottano quanto chi sta male.
CURE
A ognuno il suo senza inventare, senza improvvisare o lasciarsi condizionare da dotto Google o da altri pazienti che hanno e seguono una cura. Ci sono I MEDICI👩⚕, medici che si sacrificano facendo i doppi turni, esponendosi a rischi contagio, preoccupandosi di chiamare a casa chi hanno dimesso “ospedalizzandolo” e monitorandolo presso il proprio domicilio, dando supporto e rispondendo a tutti i dubbi di noi pazienti spazientiti e impauriti.
MOTIVAZIONE
Mai mollare, anche quando dopo un colpo di tosse escono le lacrime e pesti i pugni perché stai cercando di non farti sopraffare. Cercare la posizione giusta a letto, non a tutti va bene a pancia in giù, io ad esempio uso tre cuscini ma non troppo sollevato, una via di mezzo insomma; ognuno devo trovare la propria aria e il proprio respiro, quindi forza sempre e comunque.
I messaggi degli amici aiutano, danno forza quanto una cura e, nonostante si rimanga soli, si è accompagnati da una marea di persone che fanno si che quella solitudine svanisca.
Svanisce con chi ti porta la spesa, con chi non senti da 12 anni e ti manda un messaggio per farti sapere che c’è, svanisce con chiunque ci sia anche solo per farti sentire la propria vicinanza.
🌒 SOLITUDINE⛈
Fino a dieci giorni fa parlavo con un amico descrivendo il disinteresse che c’è tra le persone nei confronti di questa malattia, del fatto che in tanti muoiano, che stia quasi diventando una cosa normale e che sembri non ci si rattristi più per una persona scomparsa a causa di questa malattia. Mi sono ricreduto.
Mi hanno scritto in tantissimi, anche chi non pensavo lo potesse mai fare, anche chi andava a seppellire asce di incomprensioni stupide che in confronto alla sofferenza non valgono a nulla, ma anzi rafforzano un eventuale futuro.
EMOZIONI.
La prima volta ho chiamato un amico perché non avevo più acqua, volevo quella frizzantina come a voler sentire qualcosa di diverso, non per vizio, posso bere anche del rubinetto. Il mio messaggio era un vocale, il primo, senza fiato, quasi a implorare un sorso d’acqua, come se mi trovassi nel deserto e non a casa. Il risultato è stato che di sicuro ancora l’acqua non mi manca e insieme ad essa anche una bella scorta di alimenti.
Sentire bussare e salutarci da dietro una porta per paura di un contagio è stato per me molto emozionante, il saluto era interrotto dall’emozione, e così è stato per tutte le altre volte in cui lui o altri amici sono passati per lasciarmi un piccolo grande enorme pensiero.
Mai solo quindi, sempre qualcuno con cui parlare o cenare in video chiamata, giusto per non star soli e per avere un po meno paura di star male. Non mancano mai i messaggi di pronta guarigione da parte di qualcuno o il monitoraggio di altri per me insostituibili come chi, dalle elementari fino ai giorni d’oggi, si preoccupa per me…
L’IMPORTANZA DELLO SPORT
È stato di estrema importanza per me e per i miei polmoni essere allenato. Praticare sport da endurance, farsi trovare pronti e non con un fisico “troppo sedentario” è stato fondamentale, ma credo che per questa tesi, siano d’accordo tanti professionisti del settore.
La mia saturazione oscillava tra il 97 e il 99% facendo la differenza rispetto ad altri sfortunati pazienti che venivano trattenuti e ricoverati, mentre io, venivo “ospedalizzato” a casa.
Lo sport dunque continua a darmi conferme, per la mia salute, per la mia patologia, per il mio modo di vivere e di insegnare.
Studio ogni giorno qualcosa di nuovo per i miei atleti e a breve finalmente coronerò il sogno di una Laurea in Scienze Motorie e la tesi sarà sull’analisi del Cammino, la Biomeccanica Posturale e tanto altro.
FARSI TROVARE PRONTI
Facciamoci trovare pronti perché la vita sta cambiando e alle volte in peggio come abbiamo visto con questa pandemia.
Alleniamoci, cerchiamo di dedicarci ogni giorno a qualcosa di buono per il nostro corpo, curiamo l’alimentazione, facciamo movimento e tutto ciò che riuscirà a farci trovare pronti, pronti a combattere.
RINASCITA
Al 15° giorno inizio a non tossire più come prima e inizio a vedere e schivare alcuni colpi che prima entravano diretti, ma non abbasso la guardia; mani belle alte, come diceva un mio istruttore, su la guardia e poi ci sarà tempo per festeggiare, gioire, correre, nuotare, andare in bici e affannare perché realmente si sta facendo uno sforzo e non perché ti sei alzato solamente a prendere gli occhiali dal vicinissimo comodino.
✨Sono ottimista per me e per tutti coloro che stanno passando questo calvario o l’hanno passato prima di me. Qualcuno troverà questo racconto smielato, altri incompleto lungo o inutile, ma io spero invece di aver raccontato una testimonianza utile cercando di far capire che bisogna combattere e andare avanti nonostante tutto e tutti, nonostante io stesso, rivolgendomi alla mia compagna, le abbia detto: ‘prega adesso perché questa volta non ce la faccio”.
💥 CI SONO ANCORA
E invece eccomi qui a scrivere sui social come piace a me e, considerando che ho tanto tempo, oltre che a studiare volevo scrivere un post di speranza e testimonianza, seppur a volte dura.
Non mi sono dilungato come un libro, ma sicuramente questo è un bel pippone. Magari chi ha letto i miei precedenti libri avrà pazienza, per gli altri, potrà tranquillamente essere la classica lettura da bagno 🙂 .
Grazie infinitamente a tutti per questo aiuto virtuale e non…
Non è finita, ne avrò ancora per un bel po, ma prometto di non essere mai più così prolisso nei miei post.
Siete curiosi di continuare a leggere la storia di Roberto? Seguitela sulla sua pagina.
Roby mi raccomando rimettiti presto. Un abbraccio dalla redazione di Facendo Cose a Cagliari
https://m.facebook.com/tuttopossibile.com.triathloncagliari.coachironman/
Una risposta
Grazie oer la considerazione ❤