Belle notizie dal centro storico di Cagliari: dopo una chiusura durata vent’anni, il Teatro dell’Arco ha riaperto.
Nel cuore del quartiere Stampace, questo luogo d’arte è una memoria vivente del panorama culturale cagliaritano. Aperto per la prima volta nel 1983, il teatro ha vissuto un periodo d’oro sotto la guida della compagnia “Il Crogiuolo” di Mario Faticoni. In collaborazione con i Padri Gesuiti, ha rappresentato per due decenni un punto di riferimento unico per la scena teatrale e culturale della città.
L’inaugurazione è stata qualche giorno fa.
Una delle figure chiave dietro questo progetto di rinascita è Maria Antonietta Mongiu. È stata la sua visione a ispirare il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari ad acquisire lo spazio e a ripristinare la sua funzione culturale originale. Ma non è tutto: il Museo Archeologico intende anche acquisire la preziosa biblioteca teatrale e l’archivio storico del teatro, a testimonianza della sua rilevanza culturale e storica.
L’importanza del Teatro dell’Arco nella storia culturale di Cagliari è innegabile. Negli anni ’80 e ’90, il piccolo palcoscenico di sei metri per sei è stata la casa di molti giovani artisti che hanno cominciato a salire sul palco.
Nell’era moderna, in cui il quartiere di Stampace ha cambiato volto – e non sempre in positivo – la riapertura del Teatro dell’Arco rappresenta non solo un ritorno alle radici culturali, ma anche un passo avanti verso una rivitalizzazione del tessuto sociale e culturale del quartiere.
Possiamo dire che la sua riapertura sia un piccolo respiro per il polmone culturale di Cagliari? Il Teatro dell’Arco un ponte tra passato, presente e futuro, un luogo dove l’arte e la comunità possono di nuovo incontrarsi e crescere insieme.
