Giorgia Angioni, il fiume in piena

Di Nick Tixi

Seconda intervista di Facce di Ca! Oggi tocca a Giorgia Angioni, che siamo riusciti a bloccare tra un viaggio di lavoro e l’altro. Giorgia è un fiume in piena e questa intervista veloce e ritmica ci sembra una bellissima partita di tennis dove scoprire di più di questa donna cagliaritana fortissima!

Prima domanda….In 30 secondi che fai nella vita?

50 enne con uno spirito da 20enne e 30 d’esperienza. Mamma di Leonardo e Zeno, compagna di Davide. Sono un fiume in piena, non sto mai ferma, faccio attività sportiva, amo leggere, viaggiare, scrivere, gli spritz, le scarpe, conoscere persone e luoghi nuovi. Amo il mio lavoro che racchiude tutto ciò che mi piace fare… sono titolare di una società di organizzazione eventi.

1. Qual è il libro che hai regalato di più e perché?

Regalo spesso libri, ma recentemente “Succede sempre qualcosa di meraviglioso” di Gianluca Gotto. Un libro motivante, mentre lo leggi non riesci a chiuderlo neanche per uscire con gli amici. Ambientato in Vietnam paese che non conosco.


3. Come inizi la tua giornata? Hai una routine mattutina?

Sì, sveglia alle 5,30 Caffè, Daimoku (sono buddista) e alle 6,00/6,15 palestra o camminata al mare.


5. C’è una frase o un’idea che ripeti spesso nella tua vita?

Dalle criticità nascono le grandi opportunità


6. Qual è stata una delle decisioni o cambiamenti più importanti che hai fatto?

Diventare mamma, ben due volte!


7. Se potessi avere un enorme cartellone ovunque a Cagliari, cosa ci scriveresti?

Benvenuti nella città dove usiamo la “canadese” d’inverno e le giapponesine d’estate. 


8 Come hai imparato a dire “no” alle opportunità o alle richieste?

Non dico quasi mai di” NO”, ma mi sto impegnando a farlo.


9. Ci sono delle abitudini o pratiche che hai adottato per migliorare la tua vita?

Iniziare a correre, ho iniziato dopo il lockdown e ora se non vado testa e fisico lo sentono.


10. Se dovessi consigliare qualcosa a un giovane cagliaritano o a una persona che sta iniziando una sua passione, quale sarebbe?

Nascere in un’isola non ci isola…


11. Quando ti senti sopraffatta o hai perso la tua concentrazione, cosa fai per tornare “sui binari”?

Vado al mare. Cambia il mio stato d’animo quando è agitato.


12. Ci sono delle cattive raccomandazioni che ti han fatto?

Sicuramente, ma faccio sempre di testa mia.

Su Cagliari

1. Come descriveresti Cagliari a qualcuno che non l’ha mai visitata?

Cagliari è proprio una bella città, dove trovi una bellissima spiaggia, i fenicotteri rosa e le jacarande.


2. Qual è il tuo luogo preferito in città e perché?

Su Siccu. Sono di Bonaria e quando avevo necessità di “staccare” e vedere il mare Su Siccu era il posto più vicino. Ora è posto da fighetti, ma qualche tempo fa era il molo dei pescatori.


3. C’è un evento o una festa a Cagliari che aspetti con ansia ogni anno?

Le luci della Rinascente a Natale


4. Come credi che Cagliari sia cambiata negli ultimi 10 anni?

Il cambiamento c’è stato con tante zone riqualificate ma attendo il ritorno del tram!


5. Qual è la cosa che ti piace di più della mentalità e della cultura di Cagliari?

La sensazione di sentirsi sempre un po’ in vacanza.


6. Ci sono degli usi e tradizioni locali che ritieni siano uniche di Cagliari e che vorresti condividere?

La festa di Sant’Efisio coinvolge tutti i sardi ma identifica i cagliaritani.


7. Cosa ti fa sentire a casa quando sei a Cagliari?

Il nostro gergo casteddaio e i fenicotteri in cielo.


8. Se potessi cambiare una cosa della città, quale sarebbe?

La pulizia nelle strade e marciapiedi e più sanzioni ai “caddozzi”.

Qualche anno fa avrei detto l’uso delle Hogan, ma per fortuna è cambiata la moda.


9. Come reagiscono le persone quando dici loro che vieni da Cagliari? C’è una percezione o uno stereotipo comune?

La percezione è positiva. Mi invidiano il fatto di avere il mare in città.


10. Un posto sconosciuto che consiglieresti?

Nella scalinata di Bonaria, sulla destra c’è una colonna, se non ricordo male è il punto dove arrivava il mare. Questa colonna è posata su dei gradini circolari, in un lato, questi gradini sono stati scolpiti e rappresentano una sorta di villaggio, con casette e scalini. Quando ero piccola andavo sempre a giocare lì e mi inventavo storie e personaggi. L’ultima volta che sono andata, la pietra dei gradini era un po’ erosa ma il villaggio è ancora lì. 


11. Il tuo locale preferito?

I locali vista mare


12. Un ricordo d’infanzia?

I casotti del Poetto, noi ne prendevamo uno alla torre spagnola, era in condivisione con dei colleghi di mio padre che lavorava alla SIP. Era bianco, lo usavamo come spogliatoio. Ricordo la sabbia fredda sotto e le schegge del legno nei piedi


13. Un piatto che tutti dovrebbero assolutamente provare?

La minestra di pesce con la fregola e le frittelle di gianchetti(bianchetti).


14. La tua giornata ideale trascorsa a Cagliari, dalla mattina alla sera?

Mare dalle 7 alle 19,00, con le tappe della colazione, caffè e aperitivo. A casa per doccia e cena. Uscita verso le 22,00 per un po’ di vita mondana.


15. Come pensi che la generazione più giovane percepisca Cagliari rispetto alle generazioni più anziane?

I miei figli vivono Cagliari come città sportiva, vanno in giro in bici, a giocare a calcio nei parchi.

Ai miei tempi le bici non circolavano e i parchi erano molto più trascurati.


16. C’è una storia o un aneddoto su Cagliari che ti piace raccontare e che ti riguarda? (Se curiosa anche meglio).

Una storia della mia famiglia. Mio padre è nato nel 46, dopo i bombardamenti, la sua famiglia era sfollata nella scuola di Santa Caterina a Castello. Lui è nato proprio dentro la scuola, nell’aula adibita ad abitazione dove viveva con la famiglia. Mio babbo l’ha sempre raccontata così: “Sono nobile di Castello, nato colto,  la cattedra è stata la mia culla e la lavagna il mio parco giochi”.

 

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